Bridget Malcolm vittima di body shaming: la denuncia della top model
Bridget Malcolm è stata vittima di body shaming sul set. L’ex angelo di Victoria’s Secret ha denunciato l’episodio sul suo blog di moda. La nuova stella della moda internazionale ha svelato un lato oscuro dell’industria della moda: “È difficile spiegare quanto terribile sia la sensazione di stare su un set ed essere odiata da tutti per il modo in cui appari”.
“C’erano solo donne su quel set e questo rende il tutto più frustrante e sbagliato – ha detto la supermodella – Dopo le mie esperienze di body shaming nella mia carriera da modella (questa è solo una di molte) ho imparato che mai, mai prenderò in giro una donna per il suo aspetto. O un uomo, per lo stesso motivo. Ma le donne hanno già tanto da sopportare… dovremmo celebrarci l’un l’altra qualunque cosa accada”.
Bridget Malcolm ha poi rivelato che una donna presente sul set invece di guardarla negli occhi, fissava la sua pancia con un ghigno: “Ho provato ad approcciarla, a sorridere, ma non la smetteva di guardarmi proprio lì e mi rispondeva a monosillabi… Un’altra donna mi ha chiesto di tirare fuori le costole, di risucchiare la pancia e ha messo un sarong attorno ai miei fianchi per nasconderli”.
Al momento del pranzo non ha mangiato nulla: “Mi dicevano: ‘Perché non mangi? Cosa c’è che non va?’. E io stavo lì seduta, sentendomi umiliata, grassa, orribile. Tutta quella falsa preoccupazione negli altri è poi passata una volta tornati sul set, quando sono stata messa di nuovo sotto giudizio”.
La supermodella ha poi continuato: “Avrei voluto avere la forza di dir loro: ‘Cosa c’è che non va? Non sono quello che volete? Allora mandatemi a casa’. Vorrei aver fatto questo invece di soffrire così tanto in quella giornata, invece di lasciare il set e scoppiare in lacrime. In quale universo parallelo accade questo? – ha continuato sul blog – L’industria della moda dovrebbe celebrare le donne di ogni taglia. So che le modelle plus size stanno facendo la loro comparsa e sono felice di questo, è un bel cambiamento. Ma c’è comunque una grande zona grigia. Ci sono modelle taglia 0-2 fino alla 4, per poi arrivare direttamente alla 14, che è quella delle plus size. Le cose devono cambiare e abbiamo bisogno di parlarne in maniera consistente e ad alta voce”.