AltaRoma: le ombre di Sabrina Persechino nel finale
AltaRoma: le ombre di Sabrina Persechino nel finale del centro propulsore della Moda Italiana emergente. “Non si diventa illuminati immaginando figure di luce, ma divenendo coscienti del buio. C’è sempre un fascino indiscreto e una curiosità sottile nel cercare di comprendere la forma di un’ombra e il corpo che l’ha generata”. La pensa così l’architetto-stilista Sabrina Persechino, che chiude nel Guido Reni District, con la sfilata in notturna della sua collezione intitolata Ombre, la kermesse di Altaroma cominciata l’11 luglio.
Persechino affronta un tema complicato, quello dell’ombra come conseguenza della luce, ovvero la formazione di una sagoma oscura prodotta da un corpo opaco esposto alla luce. L’ombra, generalmente vissuta come qualcosa di negativo, è interpretata da Sabrina Persechino in chiave ottimistica, a ribadire che anche se ci è sembrato di aver vissuto in una zona buia, siamo in piena luce.
E comunica questa positività con il linguaggio che le è congeniale, quello del bello, declinato nelle forme e nel colore. Sfilano così outfit rigorosamente lineari e geometrici, eleganti e al tempo stesso sensuali, gli immancabili capispalla dal taglio essenziale, le iconiche tute, gli abiti da cocktail e da grande soirée, pensati per una donna dinamica e glamour ad ogni ora del giorno. Giochi di luce ed ombre, outfit arricchiti da lastre traforate che generano quadri di un chiarore aureo, o, al contrario, formano texture scure incise dal chiarore. L’effetto è quello delle mashrabiyya, griglie elemento tipico dell’architettura mediorientale.
E ancora riferite all’architettura sono le vie parallele che sembrano convergere, come quelle dei porticati, direttrici di eleganti abiti neri, sete laserate e organze a celare la nudità del corpo che resta velato, meglio dire in ombra, lasciando spazio a un’indiscreta immaginazione. Luci ed ombre influenzano anche i colori: i rossi magenta che virano verso il viola e l’indaco. Allo stesso tempo i chiari scuri sul magenta trasformano i velluti sfumandoli gradualmente. La palette dei colori vira dai dal bianco al nero, passando per l’indaco, per il plum. Fil rouge le geometrie dell’oro. Musica live per la sfilata, composta da Pietro Nicosia, e accompagnata da percussioni e contrabbasso.