Calcoli renali: quali bibite fanno male
I calcoli renali sono dei dolorosissimi sedimenti che compaiono nei reni a causa dell’aumento di alcuni acidi. Alcune persone sono più soggette di altre a svilupparle, soprattutto quelle che non eseguono una corretta diuresi durante il giorno e che soffrono di obesità. Una recente ricerca condotta dall’Università Cattolica di Roma in collaborazione con la Harvard University di Boston, negli Stati Uniti, si è occupata di trattare quali sono le bibite che possono favorire la comparsa dei calcoli, sottolineando dei parametri già noti ma anche ribaltandone altri.
E’ infatti comune considerare le bevande eccitanti come poco positive nei confronti dei reni. La ricerca sfata questo mito e asserisce che un limitato consumo di caffè e di tè non ha nulla a che vedere con la comparsa dei calcoli renali. Sul banco di accusa sono invece finite le bibite gassate e zuccherine, assolutamente colpevoli di far insorgere questo dolorosissimo disturbo. Gli studiosi hanno, infatti, affermato che: “Chi consuma un bicchiere o una lattina al giorno di bevande carbonate (gassate) ha un rischio di calcoli del 23-33% maggiore rispetto a chi consuma meno di una lattina alla settimana. Tè, caffè e succo d’arancia, invece, hanno un effetto protettivo”.
Lo studio è durato ben otto anni, durante i quali si sono osservati gli sviluppi sui pazienti esaminati. L’equipe ha analizzato i consumi di 20 tipologie di bevande del tipo carbonate con e senza cola/con e senza zucchero, tra cui si inseriscono i succhi di frutta, la birra, il vino, i superalcolici, il caffè con e senza caffeina, il tè, il latte e infine l’acqua. L’analisi ha quindi dimostrato che il consumo di quantità elevate di bevande carbonate zuccherate è associato a un aumento del rischio di calcoli renali. Attenzione quindi a queste bibite, soprattutto se l’organismo è soggetto ad una scarsa diuresi e vi sono problemi legati alla ritenzione idrica oppure ad un eccessivo peso corporeo.